1. 1.    Premessa

Il MEIC, avviando il progetto Concilio, non ha inteso semplicemente celebrare quel lontano evento ecclesiale, e neppure solo rileggerne i documenti, ma guardare più in profondità, per coglierne i significati  essenziali, verificarne lo stato di attuazione, riprendere i cammini interrotti, renderlo vivo dentro un tempo radicalmente mutato.

Siamo convinti che il Concilio non si sia concluso nel 1965, quando pastori delle Chiese di tutti i paesi avevano avuto il coraggio di spalancare una finestra verso il mondo esterno per stabilire con esso un dialogo fraterno e amorevole. Affinché quella finestra rimanga aperta anche oggi, a noi è chiesto di continuare a tessere il rapporto con le donne e gli uomini del nostro tempo.

 

Il Concilio ha fornito le basi e le strutture portanti di una casa che tocca a noi, cristiani di oggi, progettare e costruire.

E’ con questo spirito che il MEIC, nelle sue varie articolazioni,  da oltre un anno sta attivando iniziative di riflessione e di studio sul Concilio: per approfondirne l’insegnamento, per comprendere quali siano oggi le domande che ci provengono da questa umanità, quali nuove vie possono essere intraprese con coraggio e speranza, quali forme deve avere la nostra Chiesa per ridivenire “madre e maestra” nella fedeltà al Vangelo.

In quanto “movimento ecclesiale di impegno culturale”, il MEIC intende continuare a offrire il suo specifico contributo nel mondo della cultura, ricordando ciò che scriveva Paolo VI: «La rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca, come lo fu anche di altre. Occorre quindi fare tutti gli sforzi in vista di una generosa evangelizzazione della cultura, più esattamente delle culture» (E.N. 20).

Siamo consapevoli che gli anni in cui viviamo siano segnati da un diffuso pessimismo e da una scarsa propensione a guardare lontano (diversamente dagli anni dell’immediato post Concilio); ma proprio per questo il MEIC sceglie di impegnarsi per il prossimo triennio, come singoli e  come gruppi, a pensare al futuro, della Chiesa e della città in cui abitiamo. Lo facciamo proseguendo l’esperienza che alcuni anni fa ci ha portato a realizzare il progetto Camaldoli.

E siamo lieti che questo percorso si compia in un momento di vita della Chiesa, segnato da grandi trasformazioni: a cominciare dal gesto coraggioso di Benedetto XVI che, nella sua rinuncia, con umiltà e consapevolezza, ha scelto di servire la Chiesa non più nel governo ma nella preghiera, e poi con il magistero di Francesco, le cui parole e scelte profondamente evangeliche sollecitano ogni credente, ogni comunità, ogni aggregazione ad approfondire il senso del messaggio cristiano, vissuto prima ancora che annunciato.

Abbiamo organizzato questo documento intorno a cinque grandi temi: il ritorno alla centralità della Parola, il rinnovamento della nostra comunità umana, il rinnovamento della Chiesa, il rinnovamento del dialogo ecumenico e interreligioso, il rinnovamento della nostra associazione.